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Caro bollette. E se tutti insieme chiedessimo la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione, perché diventata troppo cara da pagare e non riusciamo più umanamente ad adempiere per motivi che a noi non possono essere assolutamente imputabili!?!

Atteso che la fornitura di luce a gas rientra nei contratti di durata, nel caso di squilibrio ai danni del destinatario della fornitura conseguente all’incremento dei costi energetici, può trovare applicazione l’art. 1467 c.c. in base al quale “nei contratti a esecuzione continuata o periodica, ovvero a esecuzione
differita, se la prestazione di una
delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e
imprevedibili, la parte che deve tale prestazione può domandare la risoluzione del contratto,
con gli effetti stabiliti dall’articolo 1458”.
In tal caso, “la parte contro la quale è domandata la risoluzione può evitarla offrendo di
modificare equamente le condizioni del contratto”.

Quest’ultimo inciso significa semplicemente che il fornitore, di fronte alla domanda di risoluzione del contratto, potrebbe proporre di modicare il prezzo in favore dell’utente e (forse) risolvere il problema.

Ma se così non fosse, e si fosse costretti a perseguire la risoluzione contrattuale, si suggeriscono un paio di consigli pratici che potrebbero ritornare utili.

In anzitutto, evitare le domiciliazione bancarie perché non consentono di avere, nell’immediato, un controllo sui pagamenti delle bollette: i soldi vi vengono prelevati automaticamente, “senza se e senza ma”.

Prima di risolvere qualsiasi contratto, per evitare di ritrovarvi completamente al buio e al gelo, pensate ad una soluzione alternativa al gas e all’energia elettrica. Qui le possibilità potrebbero essere numerose, ma dipende molto anche dalla vostra fantasia e dalle vostre concrete necessità. C’è infatti chi ripone un ritorno alle candele, chi più seriamente un utilizzo del fotovoltaico, ma anche della caldaia a biomassa, ovvero legna, mais, pellet o altre sostanze organiche e non fossili, il riscaldamento elettrico a pavimento, la caldaia ionica, e chi ne ha più ne metta!

Il tutto, salvo che non intervenga in maniera rapida e fattiva chi ci governa o vengano meno le cause dell’aumento dei prezzi.

Perché, d’altra parte si sa, questa non è una crisi definiva, ma solo temporanea, in attesa della prossima.

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