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Sciare è molto divertente, ma anche molto pericoloso.

I recenti fatti di cronaca, che hanno visto coinvolti bambini che hanno perso la vita sulle piste da sci, ci invitano a riflettere ed a rivedere alcune regole di condotta per garantire la nostra sicurezza e quella degli altri.

Da parte della Procura appare certamente un atto dovuto quello di aprire un’indagine a carico dei dirigenti che gestiscono l’impianto del comprensorio ove si è verificato l’incidente.

Doveroso è infatti indagare sulle cause del decesso delle bambine e sull’eventuale responsabilità dei gestori dell’impianto sciistico.

Le indagini, tuttavia, devono essere molto più ampie.

In altri termini, con il gestore del comprensorio, potrebbe sussistere una responsabilità, anche in via concorsuale, del genitore che accompagnava il minore?

Nel caso di Camilla pare che la piccola, durante una discesa, abbia preso velocità e perso il controllo degli sci.

Pare inoltre che Camilla sciasse avanti il genitore che la seguiva.

Tale modalità, seppur ricorrente nella pratica, è considerata dai maestri di sci gravemente erronea.

Precedere il bambino permette a costui di poter adattare la propria direzione e la velocità a quella dell’adulto che lo accompagna. Inoltre, consente all’adulto di poter intervenire tempestivamente in caso di necessità, eventualmente facendo da scudo.

Fondamentale è inoltre verificare, in via preventiva, che la pista da impegnare e la neve siano adatte alla capacità del bambino.

Tutti errori comuni ma gravi tanto che, talvolta, possono diventare fatali.

Insomma, bisogna metterci testa, per evitare di rispondere, anche se soltanto in concorso con i gestori degli impianti sciistici, del reato di lesioni o di omicidio.

Tali condotte infatti non costituiscono soltanto degli illeciti civili, fonte di risarcimento dei danni, ma anche degli illeciti penali.

 

 

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