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Alzi la mano chi non è mai stato vittima di una truffa bancaria!

Vediamo in materia, cosa dice la Cassazione. Se abbiamo diritto o no di essere risarciti.

La Corte di Cassazione ha recentemente emesso  una sentenza (3780/2024) che stabilisce che le banche devono risarcire i clienti che subiscono danni economici a causa di truffe via phishing.

Questo riguarda situazioni in cui i clienti vengono ingannati da comunicazioni che sembrano provenire dall’istituto di credito stesso.

Nel caso specifico, la Corte ha respinto il ricorso delle Poste Italiane contro un uomo truffato tramite email, condannandole al pagamento di 2.900 euro rubati dagli hacker alla vittima. La sentenza evidenzia che la responsabilità non è automaticamente dell’istituto bancario, ma dipende dalla negligenza. Se la banca non adotta misure adeguate per prevenire tali frodi, potrebbe essere tenuta a risarcire i clienti.

Il phishing è una forma di ingegneria sociale in cui i truffatori cercano di ottenere le credenziali di accesso ai conti delle vittime tramite email, SMS o telefonate. Si fanno passare per la banca della vittima, inducendo ad inserire password e codici su siti web contraffatti.

Per difendersi, è consigliabile verificare attentamente le comunicazioni, telefonando alla propria banca se si ricevono richieste di dati sensibili via email.

Questa sentenza, insieme ad altre decisioni di arbitrato, indica che le banche devono fare di più per proteggere i clienti da queste frodi.

In caso di dubbi sui propri diritti, si consiglia sempre di rivolgersi al proprio legale di fiducia per un parere giuridico.

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