altre materiediritto civilediritto penale

Cani e gatti al posto dei figli.

Questa è l’affermazione di Papa Francesco che ha scatenato l’ira degli animalisti.  Perché il dibattito sugli animali e sui loro diritti è sempre aperto…

Ma cosa dice la legge in proposito? Come vengono giuridicamente definiti e qualificati gli animali?

Anche se vi sembrerà incredibile, secondo il Codice Civile, gli animali sono semplici oggetti, ovvero dei beni mobili, al pari di un tavolo o di una sedia. Tanto è vero che, nel caso di situazione debitoria del loro padrone, potrebbe essere pignorati, venduti e, con il loro ricavato, saldato il creditore.

Nel Codice Penale, il legislatore prevede dei reati che vedono gli animali come vittime. Pur tuttavia, nella rubrica normativa non si parla espressamente di “vittime”, ma di “delitti contro il sentimento per gli animali” dando ad intendere che ciò che si il tutela non è l’animale in sé, ma i sentimenti che gli uomini provano per l’animale, per lo più d’affezione. Per cui, la vittima rimane sempre e soltanto la persona e non l’animale.

Trattasi di un sistema giuridico che risale all’epoca romana, non più adeguato ai tempi attuali, ma che non è mai stato messo seriamente in discussione.

Come mai?

Ciò a causa delle notevoli ripercussioni pratiche.

Si dovrebbe andare a discutere,  per esempio,  di affidamento del cane in caso di separazione o divorzio, oppure di risarcimento del danno da morte o lesione (colposa e dolosa) dell’animale con tutte le difficoltà del caso.

Ciò, perché le norme previste per i minori (sempre per fare degli esempi) non sarebbero facilmente applicabili agli animali.

Allo stato, dunque, non ci resta che accettare che gli animali, per legge, non sono altro che degli oggetti.

La soluzione?

Eventualmente, in caso di conflitto (o anche solo per prevenire un conflitto) è bene adottare delle misure di buon senso. Questo si fa anche mediante la sottoscrizione di contratti, ovvero accordi stipulati per iscritto tra le parti interessate al benessere dei propri animali. Così, in caso di separazione e divorzio, si potrebbe anzi tempo stabilire a chi, tra i due coniugi, verrebbe affidato il cane, non potendo il Giudice, su questo aspetto, pronunciarsi mai.

 

Lascia un commento