altre materiediritto penalePivacy e Protezione dati.

Una ragazzina vittima di violenza sessuale da parte del padre. La denuncia. Il suicidio del padre.

Quanto di questa storia possono raccontare i media? Possono i giornalisti esporre tutti i dettagli della vicenda? È sempre possibile invocare il diritto di cronaca riguardo a fatti di interesse pubblico?

A queste domande risponde il Garante della privacy che richiama tutti i media ad astenersi dal riportare informazioni e dettagli che possano condurre alla identificazione della ragazza e ledere la riservatezza e la dignità di tutti i familiari coinvolti nel fatto.

Il Garante della protezione dei dati ricorda infatti che, pur nel legittimo diritto di cronaca, è doveroso che i media si comportino con responsabilità, evitando di pubblicare informazioni che – anche quando provengano da fonti ufficiali – possano rendere, anche indirettamente, riconoscibili le vittime di abusi, danneggiandole ulteriormente.

Precisa ancora il Garante che, la divulgazione di tali informazioni, risulta ancor più grave se si tiene conto che la vittima è una persona minore di età, alla quale l’ordinamento (Codice privacy, Codice penale, Carta di Treviso, Convenzione dei diritti del fanciullo) riconosce una tutela rafforzata.

Anche per I giornalisti, quindi,  regole ferree a protezione della riservatezza, soprattutto dei minorenni.

 

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