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Lo afferma il Gup di Milano: posti difronte all’alternativa di dover dire la verità e prendere una multa di € 400 oppure di mentire sul motivo dello spostamento in lockdown, meglio mentire, ché non è reato!

Dopo il tribunale di Reggio Emilia, che l’11 marzo scorso assolveva gli imputati dall’accusa di falso ideologico per aver mentito su quanto scritto nella certificazione (https://www.studiolegaletorino.info/lockdown-raccontare-una-bugia-sul-motivo-dello-spostamento-non-reato/)ora anche il Gup di Milano fa altrettanto con la stessa motivazione: visto che un Dpcm è un provvedimento amministrativo, non esiste formalmente alcuna norma giuridica che obblighi un cittadino a riportare la verità sull’autocertificazione prodotta durante l’emergenza Covid. Non solo: è incostituzionale punire penalmente le false dichiarazioni di chi ha scelto «legittimamente di mentire per non incorrere in sanzioni».

Ma vi è di più!

Il Gup rappresenta come chi viene fermato per un controllo si ritrova in una difficile posizione: di essere sottoposto a indagini per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, se dice la verità, cioè di essere uscito di casa o dal proprio Comune senza motivo giustificato, ovvero di rischiare il reato di falso ideologico in atto pubblico, se dice una bugia. Ebbene, «questa alternativa di scelta» tra il vero e il falso «contrasta con il diritto di difesa della persona».

E il diritto di difesa, si sa, è sacro!!

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