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Il Revenge Porn non è una vendetta.

Il Revenge Porn è un vero e proprio reato dalle conseguenze devastanti e perduranti che investono la sfera emotiva, psicologica, familiare e sociale delle vittime.

È diffusa la tendenza all’isolamento di chi subisce il Revenge Porn che, per il senso di vergogna, non esce più di casa, non frequenta più la scuola, non si reca più al lavoro, smette di vivere.

La vittima si sente, erroneamente e ingiustificatamente, corresponsabile e, cosa peggiore, non denuncia per il timore di dover subire ulteriori conseguenze pubbliche del reato. L’ultima cosa che la parte offesa vorrebbe fare è condividere la vicenda con polizia, magistrati e avvocati per non avere la sensazione di patire l’ennesima intrusione nella propria sfera privata e sessuale.

Che fare dunque?

Il nostro consiglio è quello di pensare innanzitutto alla propria salute mentale chiedendo un supporto psicologico.

In seconda battuta, sarà determinante rivolgersi ad un legale per conoscere i propri diritti e gli strumenti d’azione in ambito giuridico.

Contestualmente, al fine di ridurre la diffusione delle immagini incriminate e dei danni per le vittime, bisognerebbe individuare ed eliminare dal web i contenuti sessualmente espliciti, avendo tuttavia cura di preservare le fonti di prova ai fini giudiziari.

Insomma, la tutela della vittima di Revenge Porn non può mai limitarsi ad un mero intervento legale, estendendosi a diverse questioni anche psicologiche ed informatiche.

Ciò, tenendo a mente che trattasi tutte di soluzioni successive alla condotta lesiva e non risolutive alla “fonte”.

L’unica arma preventiva a nostra disposizione rimane infatti l’educazione e la consapevolezza dei nostri diritti.

 

 

 

 

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