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Un incidente sul posto di lavoro oppure una malattia contratta nello svolgimento della propria attività lavorativa. Sono alcuni dei casi in cui gli eredi delle vittime sono legittimati a chiedere un risarcimento del danno, oltre all’indennizzo corrisposto dall’INAIL.

Si tratta del risarcimento del danno differenziale che spetta al lavoratore o, se deceduto, ai suoi eredi.

Cosa fare per ottenere questo risarcimento?

Innanzi tutto è bene agire su più fronti, rivolgendo la richiesta di risarcimento sia in sede penale che in sede civile per non precludersi nessuna possibilità.

Rispetto all’azione civile, è recentemente intervenuta un’ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. Lavoro, 4 agosto 2023, n. 23878) la quale ha reso meno onerosa la richiesta di risarcimento del danno differenziale, andando a precisare come, ai fini del suo accertamento sia sufficiente che il lavoratore deduca circostanze che possano integrare gli estremi di un reato perseguibile d’ufficio.

La Cassazione sottolinea infatti come anche la semplice violazione delle misure civilistiche necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori sia da sola idonea a concretare la responsabilità penale, senza la necessità di ottenere una condanna penale essendo sufficiente che i fatti da cui deriva l’infortunio costituiscano reato sotto il profilo dell’elemento soggettivo e oggettivo.

Ovviamente, questo articolo non costituisce parere ma una mera semplificazione di un complesso ragionamento giurisprudenziale e dottrinale applicato in termini generali. Per una disamina personalizzata del proprio caso si consiglia sempre di rivolgersi al proprio legale di fiducia.

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